RENZO E I CAPPONI
La situazione si fa difficile, il matrimonio non si può celebrare e non si trova una via d’uscita. Agnese consiglia a Renzo di andare a Lecco e rivolgersi ad un dottore in legge che tutti chiamano Azzecca-Garbugli. Suggerisce anche di portare come offerta i quattro capponi che avrebbe dovuto cucinare per il banchetto nunziale. Renzo prende i capponi ed il giorno dopo, di buon’ora si avvia a passo veloce dimenando le povere bestie che tiene per le zampe e che si beccano fra di loro, come sovente fanno i compagni di sventura. Nel momento in cui l’avvocato comprende che c’è un equivoco caccia Renzo senza sentir ragioni e ordina alla serva di restituire i capponi.
“Carneade! Chi era costui?” ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata “Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”. Tanto il pover’uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo”
INDIRIZZO: Via S.Antero
ILLUSTRAZIONE: Capitolo I
FRASE: “Carneade! chi era costui?”